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L’argomento che tratteremo oggi è l’Intelligenza, e come sempre partiremo dalla sua definizione accademica:

Intelligenza: Competenza cognitiva complessa, connessa con componenti sociali, emotive, pratiche che consentono di eseguire operazioni mentali sofisticate, elaborando integrando e organizzando dati.

Ora che ne abbiamo dato la definizione proviamo a capire meglio di cosa stiamo parlando. Quando si parla di intelligenza le domande che sorgono sono veramente tante ma le principali sono: l’intelligenza è una capacità innata o appresa? È possibile misurarla? Ci sono diversi tipi di intelligenza?

A queste domande hanno provato a rispondere diversi studiosi nell’ultimo secolo, e le risposte a cui sono arrivati in molti casi appaiono contrastanti. Iniziamo con il cercare di capire se essa sia una capacità innata o appresa. Su questa questione si sono contrapposti due noti studiosi, Piaget e Vigotskij: per il primo lo sviluppo mentale nei bambini era stadiale, legato alla conformazione biologica e, quindi, determinato dalla genetica; per il secondo l’intelligenza era una caratteristica soggetta all’interazione con l’ambiente e influenzata dalla cultura del luogo dove si cresce.

Attualmente, grazie anche a numerosi studi, possiamo affermare che ci sono alcune caratteristiche genetiche che possono determinare dei deficit a livello intellettivo, ma che lo sviluppo e l’incremento dell’intelligenza sono in buona parte determinati dalla tipologia di ambiente in cui si vive. A sostegno di questa tesi ci sono stati anche studi di neuroscienze che hanno dimostrato l’importanza delle cellule gliali (materia bianca presente nel nostro cervello) nei processi mentali, e come queste aumentino o diminuiscano nell’arco della vita a seconda che la persona interagisca con un ambiente più o meno stimolante.

Per quanto riguarda invece la domanda se esistano o meno diversi tipi di intelligenza, è utile citare lo psicologo statunitense Gardner, che ne distingue ben 9: intelligenza linguistico/verbale, visivo/spaziale, musicale, intrapersonale, interpersonale, cinestesica, logico-matematica, naturalistica e intelligenza esistenziale o teoretica.

Per chi poi vuole sapere se è possibile quantificare l’intelligenza, possiamo dire che è da diverso tempo che la psicologia prova a farlo: il primo fu Binet, francese che introdusse il concetto di “età mentale” e, successivamente, seguendo questo filone Stern, americano, formulò il calcolo del quoziente Intellettivo (QI = EM/EC * 100). Esistono infatti diversi test per misurare il Q.I., e il più usato e affidabile al giorno d’oggi è la “Wechsler Adult Intelligence Scale” (WAIS) giunta alla sua quinta versione. Tenete ben presente che in ogni caso questo test misura solo alcune delle varie tipologie di intelligenza che potremo possedere, ma per i più curiosi sappiate che anche l’intelligenza emotiva con il suo Q.I.E. (quoziente intellettivo emotivo) può essere misurata con dei test.

Se volessimo, in fine, concludere con una definizione di intelligenza più generale che ampli le nostre vedute e non ingabbi questa funzione mentale a dei meri numeri o livelli, potremo dire che essa è la capacità di un soggetto di adattarsi all’ambiente in cui si trova: la persona intelligente è quindi quella che riesce a adattarsi all’ambiente circostante sfruttando ogni vantaggio per superare le difficoltà.

C. Bukowsky “Il problema è che le persone intelligenti sono piene di dubbi, mentre le persone stupide sono piene di certezze

FILM consigliato: Forrest Gump (1994 diretto da Robert Zemeckis e interpretato da Tom Hanks)