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Dormire è sicuramente una delle attività di maggiore importanza della vita quotidiana. Chi non dorme bene va incontro a diverse tipologie di disturbo. Durante il sonno avvengono diversi processi fondamentali che servono a mantenere l’omeostasi, riparare le strutture cellulari, rielaborare le informazioni apprese durante il giorno, smaltire i radicali liberi e rafforzare il
sistema immunitario.
Le fasi del sonno, che si ripetono in più cicli durante la notte, sono così articolate:
- Fase NON REM – 4 sotto fasi: addormentamento, sonno leggero, sonno
profondo e sonno molto profondo. Svegliarsi durante le ultime due fasi
potrebbe provocare un senso di disorientamento, stanchezza e
spossatezza durante la giornata. - Fase REM – Il termine REM significa Rapid Eye Movement. La durata
delle varie fasi Rem che si susseguono durante i cicli del sonno è
variabile. La prima dura circa 10 minuti e l’ultima può durare quasi
un’ora. Durante questa fase vi è la produzione di sogni e i muscoli sono
come disattivi. Un risveglio brusco ma spontaneo in questo momento
può portare addirittura ad allucinazioni.
Il momento migliore per svegliarsi bene è in una delle fasi di sonno leggero.
Quando la qualità del sonno è compromessa e si dorme meno di 5 ore per
notte è possibile parlare di insonnia patologica. Questo fenomeno può essere
classificato secondo diverse modalità.
Classificazione Fenomenologica (utile per l’associazione a patologie
organiche o psichiatriche):
- Insonnia Totale (Rara – dovuta a lesioni cerebrali o stato
maniacale); - Insonnia Parziale, molto diffusa. Si divide in iniziale (difficoltà
nell’addormentamento), centrale (diversi risvegli durante la notte),
terminale (risveglio precoce);
Classificazione temporale:
- Transitoria (il problema si manifesta fino a un massimo di due
settimane). Può essere occasionale (associata a lutti o stati
influenzali) o ricorrente (associata a cefalee e stati depressivi); - Cronica (durata superiore alle 3 settimane, spesso alla base di un
disturbo psichiatrico);
Classificazione eziologica:
- Insonnia primaria dovuta a eventi di vita specifici, solitamente
temporanea, oppure cronica ma dovuta a problemi di natura
psicologica; - Insonnia secondaria dovuta a uso di farmaci, malattie
psichiatriche, neurologiche e internistiche; - Insonnia intermedia (problemi respiratori);
Le cause dell’insonnia quindi possono essere differenti; l’individuazione di
quella giusta è fondamentale per comprendere il problema e aiutare la
persona a risolverlo. Ma quali sono le tipologie di intervento per aiutare il 10%
della popolazione mondiale che ne soffre?
- Intervento farmacologico: farmaci ipnoinducenti (indicati per situazioni
transitorie) – melatonina (utile nella sindrome da jet lag). - Intervento psicoterapico con la Terapia Cognitivo Comportamentale.
Obiettivi:
- Inizialmente l’obiettivo è quello di modificare le cattive abitudini
legate al sonno e di regolare i ritmi sonno-veglia; - Successivamente l’intervento è volto a correggere le attitudini
errate verso il sonno: - Infine vengono utilizzate varie tecniche di rilassamento corporeo
che mirano a ridurre la tensione;
Un consiglio utile per chi soffre di insonnia è cercare di effettuare un distacco
progressivo e lento dalle attività fisiche e mentali, e cercare di stabilizzare
l’ora di addormentamento, consolidando una sorta di routine che inizi circa
un’ora e mezzo prima di addormentarsi.
– John Steinbeck: «E’ esperienza comune che un problema che si
presenta difficile la sera, al mattino è risolto, dopo che il “Comitato del
sonno” se n’è occupato».
Film: «L’uomo senza sonno» 2004, diretto da Brad Anderson con Christian Bale
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