https://www.facebook.com/associazioneadagio/videos/2233022453423248/

Dormire è sicuramente una delle attività di maggiore importanza della vita quotidiana. Chi non dorme bene va incontro a diverse tipologie di disturbo. Durante il sonno avvengono diversi processi fondamentali che servono a mantenere l’omeostasi, riparare le strutture cellulari, rielaborare le informazioni apprese durante il giorno, smaltire i radicali liberi e rafforzare il
sistema immunitario.
Le fasi del sonno, che si ripetono in più cicli durante la notte, sono così articolate:

  • Fase NON REM – 4 sotto fasi: addormentamento, sonno leggero, sonno
    profondo e sonno molto profondo. Svegliarsi durante le ultime due fasi
    potrebbe provocare un senso di disorientamento, stanchezza e
    spossatezza durante la giornata.
  • Fase REM – Il termine REM significa Rapid Eye Movement. La durata
    delle varie fasi Rem che si susseguono durante i cicli del sonno è
    variabile. La prima dura circa 10 minuti e l’ultima può durare quasi
    un’ora. Durante questa fase vi è la produzione di sogni e i muscoli sono
    come disattivi. Un risveglio brusco ma spontaneo in questo momento
    può portare addirittura ad allucinazioni.

Il momento migliore per svegliarsi bene è in una delle fasi di sonno leggero.
Quando la qualità del sonno è compromessa e si dorme meno di 5 ore per
notte è possibile parlare di insonnia patologica. Questo fenomeno può essere
classificato secondo diverse modalità.

Classificazione Fenomenologica (utile per l’associazione a patologie
organiche o psichiatriche):

  • Insonnia Totale (Rara – dovuta a lesioni cerebrali o stato
    maniacale);
  • Insonnia Parziale, molto diffusa. Si divide in iniziale (difficoltà
    nell’addormentamento), centrale (diversi risvegli durante la notte),
    terminale (risveglio precoce);

Classificazione temporale:

  • Transitoria (il problema si manifesta fino a un massimo di due
    settimane). Può essere occasionale (associata a lutti o stati
    influenzali) o ricorrente (associata a cefalee e stati depressivi);
  • Cronica (durata superiore alle 3 settimane, spesso alla base di un
    disturbo psichiatrico);

Classificazione eziologica:

  • Insonnia primaria dovuta a eventi di vita specifici, solitamente
    temporanea, oppure cronica ma dovuta a problemi di natura
    psicologica;
  • Insonnia secondaria dovuta a uso di farmaci, malattie
    psichiatriche, neurologiche e internistiche;
  • Insonnia intermedia (problemi respiratori);

Le cause dell’insonnia quindi possono essere differenti; l’individuazione di
quella giusta è fondamentale per comprendere il problema e aiutare la
persona a risolverlo. Ma quali sono le tipologie di intervento per aiutare il 10%
della popolazione mondiale che ne soffre?

  • Intervento farmacologico: farmaci ipnoinducenti (indicati per situazioni
    transitorie) – melatonina (utile nella sindrome da jet lag).
  • Intervento psicoterapico con la Terapia Cognitivo Comportamentale.

 

Obiettivi:

  • Inizialmente l’obiettivo è quello di modificare le cattive abitudini
    legate al sonno e di regolare i ritmi sonno-veglia;
  • Successivamente l’intervento è volto a correggere le attitudini
    errate verso il sonno:
  • Infine vengono utilizzate varie tecniche di rilassamento corporeo
    che mirano a ridurre la tensione;

Un consiglio utile per chi soffre di insonnia è cercare di effettuare un distacco
progressivo e lento dalle attività fisiche e mentali, e cercare di stabilizzare
l’ora di addormentamento, consolidando una sorta di routine che inizi circa
un’ora e mezzo prima di addormentarsi.

– John Steinbeck: «E’ esperienza comune che un problema che si
presenta difficile la sera, al mattino è risolto, dopo che il “Comitato del
sonno” se n’è occupato».

Film: «L’uomo senza sonno» 2004, diretto da Brad Anderson con Christian Bale