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“Il guaio di ogni aforisma, di ogni affermazione è che può facilmente diventare una mezza verità, una fregnaccia, una bugia o un apposito luogo comune.” (Charles Bukowski)
Cercando di non dare un giudizio positivo o negativo, proveremo a spiegare in modo scientifico cosa sono, come funzionano e a cosa servono gli stereotipi.
Prima di tutto bisogna dire che ci si accorge degli stereotipi quando essi ci riguardano e, soprattutto, quando la loro valenza è negativa. Possiamo definire gli stereotipi come una strategia di categorizzazione da cui si traggono inferenze e generalizzazioni. La nostra mente è strutturata per catalogare le informazioni e raggrupparle secondo un principio fondamentale: quello dell’economia cognitiva. Come dice Eleanor Rosch: “Less is more”, cioè meno è meglio.
Questo significa che il nostro cervello, per evitare di disperdere le sue risorse cognitive, cataloga le informazioni della realtà circostante secondo tratti salienti che definiscano un oggetto, una persona, un animale ecc, cercando di utilizzarne il meno possibile. Es: tavolo (4 gambe, rettangolare, piano). Quando questa catalogazione viene utilizzata nell’ambito sociale: a una determinata categoria di soggetti vengono attribuite tutta una serie di caratteristiche caratteriali e comportamentali, che da un lato ci servono a interpretare il mondo sociale in modo più rapido ma dall’altro ci impediscono di differenzialo in modo più fine e completo.
Le conseguenze che effettivamente gli stereotipi causano sulla nostra capacità di valutazione sociale, con tutto ciò che ne consegue, sono:
- Esagerazione (delle caratteristiche attribuite a uno specifico gruppo);
- Etnocentrismo (siamo portati a pensare che il modo di essere del nostro gruppo sia il migliore)
- Sovrageneralizzazione (lo stereotipo si applica a tutti i membri di quello specifico gruppo).
Gli stereotipi sono modificabili?
Per rispondere a questa domanda bisogna prima di tutto dire che gli stereotipi sono frutto di un processo inconscio e spesso automatico, difficilissimo da controllare, e che spesso i tentativi del singolo sono controproducenti e in alcuni casi posso generare degli “effetti paradosso”. Secondo Allport, la modificazione degli stereotipi e la diminuzione del pregiudizio sono possibili purché si verifichino alcune condizioni nella fase di contatto tra i gruppi, vale a dire:
- sostegno sociale e istituzionale:
- contatto di tipo intimo e non superficiale;
- uguaglianza di status tra i gruppi;
- cooperazioni tra i due gruppi per il raggiungimento di un determinato obiettivo comune e
- il contatto deve essere piacevole.
Conclusione
Ciò che ognuno di noi deve ricordarsi e che siamo tutti soggetti agli stereotipi che possono portarci al pregiudizio e che, facendo molta attenzione, possiamo giudicare la realtà in modo più articolato e completo evitando i luoghi comuni, sapendo comunque che serve uno sforzo sociale coordinato perché questo possa veramente avvenire.
Consiglio per approfondire
Film : “Sacco e Vanzetti” 1971 di Giuliano Montaldo con Gian Maria Volontè
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